Il Bello è una virtù che fa eccellere l’Uomo

Ciao essere di Luce, nell’ultimo articolo del giovedì dedicato ai miei pensieri ti ho parlato della vita nel 2023 è il passaggio verso Luce, se non lo hai letto clicca qui.

 

Oggi voglio parlarti della filosofia del “Bello”. Il Dr. Montanari ha già toccato l’argomento ma molti non lo hanno colto allora lo spiego in modo molto chiaro. Lui mi ha ispirato a parlarti di questo, perchè ho capito che molte persone, prese dalla frenesia della vita, stanno perdendo la parte meravigliosa del nostro piacere, quale è il bello.

 

Non tutti sappiamo apprezzare il Bello perchè è una qualità e come tale è percepibile con i sensi, soprattutto la vista e l’udito.

Quando vediamo il Bello sentiamo in noi sensazioni piacevoli che ci fanno stare bene, anche solo parlare di bellezza ci procura piacere, questo è qualcosa che rimane tale anche se non ci appartiene 

E’ Bello rimanere in uno stato di estasi mentre si ammira un tramonto dalle mille tonalità di colore, quando si osserva un paesaggio, un gioiello, un animale ma anche mentre si guardano gli occhi di un bimbo, di una donna, di un uomo…

E’ un’emozione che gli anglosassoni chiamano “awe”, e che in italiano non ha un termine esattamente corrispondente, è lo sbigottimento che lascia senza parole, va oltre la soglia della meraviglia, è uno stato d’animo sospeso fra il timore reverenziale e l’estasi.

 

Si vive come in una dimensione senza tempo, immersi in una spazio infinito, senza confini dove diventiamo labili e indistinguibili. Tutto accade quando diventiamo minuscoli di fronte alla vastità del mondo, una micro parte dell’Universo, grandiosamente impotenti di fronte alla Vita che scorre come dev’essere.

Vedere un bel quadro o ascoltare una bella musica riconduce ad una esperienza che possiamo definire “estetica”, termine che deriva dal greco “aísthesis” (https://en.wiktionary.org), che significa “sensazione”, “percezione”.

Tale sensazione si sviluppa spontaneamente, ci riporta ad un contenuto emozionale positivo, e questo accade perché, consciamente o inconsciamente, effettuiamo un paragone con un canone di riferimento che abbiamo dentro di noi e che può essere innato od acquisito. 

Dunque il Bello abita fuori di noi, ma alberga anche dentro noi, altrimenti non sapremo riconoscerlo. C’è  una “corrispondenza” tra l’interno e l’esterno, una sorta di specchio, in cui il bello esterno deve riflettersi. Ed è per questo che non si può parlare di un bello in senso assoluto, se non siamo noi, con le nostre emozioni, predisposti a riconoscerlo.

Alexander Baumgarten  (1714-1762), sostiene che la bellezza è un sentimento del soggetto che vede, ascolta, “sente” le cose, e dunque riguarda il sentimento dell’io.

Se stiamo vivendo un momento particolarmente felice, ci verrà più facile riconoscere ed apprezzare il Bello, ma se stiamo vivendo in modo negativo con ansie e ombre, difficilmente ci potrà far apprezzare la bellezza. Il senso viene oscurato dal male dell’Essere. 

Il Bello estetico coinvolte i nostri sensi, procurandoci emozioni, piacere facendo stare bene la nostra Anima e portandoci ad esprimere un giudizio rispetto a ciò che ha determinato in noi quella emozione. 

Per gli antichi Greci il significato di “Bello”, invece, era molto più ampio. L’espressione Kalokagathia, indicava nella cultura greca del V secolo a.C. l’ideale di perfezione fisica e morale dell’uomo.

La bellezza nell’Universo ci permette di coglierne l’origine: non è un semplice aspetto delle cose che ci circondano, ma la manifestazione della struttura e dell’equilibrio che fanno del mondo un tutto ordinato, ovvero un cosmo (kósmos è ordine). 

Proprio perché armonico, il Bello viene riferito dai Greci anche a ciò che conferisce ordine alla società umana, ossia alle leggi e alle istituzioni di una città.

La bellezza esprime, inoltre, la dimensione morale di un uomo: tutto ciò che seduce, attrae e suscita la nostra ammirazione per il suo splendore, tutto ciò che è bello è anche meritevole e degno della più alta stima, cioè esprime una virtù ovvero quella qualità che permette a un uomo di eccellere. 

Bello per i Greci è un guerriero, un atleta, ma la bellezza umana sta anche nella padronanza di sé e quindi “bello” esprime anche la capacità di un uomo di essere moderato ed equilibrato, e cioè temperante, saggio.

Se il Bello è armonia, il sapere geometrico – matematico, che consente di cogliere l’ordine e la perfezione dell’universo, ha per i Greci la caratteristica della bellezza, dunque anche una valenza gnoseologica. 

Il Bello, laddove appare, manifesta il Vero. Dove c’è perfetta bellezza, non può, infatti esserci né male né inganno. Anche la dimensione religiosa è compresa nel dominio della bellezza, che per il suo carattere irresistibile, è intesa come accadimento divino.

Il pensiero filosofico eredita dal mito e dalla letteratura le diverse accezioni della bellezza, facendone oggetto della propria riflessione. 

I Pitagorici (VI-V sec. a.C.), espressero la teoria della bellezza come armonia: l’essenza dell’universo è costituita dal numero, che conferisce armonia ai suoni, ai colori, alle forme ed ai movimenti.

Il concetto di Armonia è espresso nel pensiero di Eraclito (550-480 circa a. C.) come armonia degli opposti, l’unità e la molteplicità, l’amore e l’odio, la pace e la guerra, la calma e il moto, sempre in lotta tra loro e, per questo, inscindibilmente uniti. 

Empedocle (V sec. a. C.), che fu anche medico, individuò il principio del cosmo nell’Amore, la forza ordinata che si contrappone all’elemento caotico rappresentato dall’ Odio.

Secondo Gorgia (V secolo a.C.), sofista, le parole quando sono belle, lo sono perché incantano e seducono, come nell’Encomio di Elena

Platone (Atene, 428 o 427 a. C. – ivi 348 o 347),  la pensa in due modi, uno il Bello come concezione oggettiva, dall’altro viene ripresa l’idea pitagorica della bellezza come armonia fondata sulla proporzione. Per Platone la bellezza è anche splendore (lo si intuisce soprattutto nel Fedro). Il Bello ha un’esistenza autonoma, distinta dal supporto fisico, cioè non è vincolata ad un oggetto sensibile piuttosto che ad un altro oggetto, ma risplende ovunque.

I Sofisti sostenevano che qualcosa è bello perché procura piacere, Platone, invece, afferma che una cosa ci piace perché è bella. 

Il concetto di Bello di Platone riconduce alla Teoria delle Idee, nucleo centrale del suo pensiero.

Le idee non sono un semplice contenuto mentale, ma una vera e propria realtà che esiste al di là delle molteplici apparenze sensibili e che tuttavia si manifesta in esse. Se le cose giuste sono tali in virtù dell’idea di Giustizia, le cose belle sono tali in virtù dell’idea del Bello. 

La bellezza perfetta, secondo il mito platonico, si trova nel mondo delle idee, nell’ Iperuranio, che sovrasta il mondo terreno e lo stesso cielo.

L’anima, immortale, prima di precipitare nel corpo, ha vissuto nel mondo delle idee, contemplando la bellezza e la perfezione. La visione delle cose belle risveglia i ricordi della realtà più sovrasensibile. Presta attenzione e potrai riconoscerla

La bellezza è l’unica tra le idee eterne ad essere immediatamente alla portata del nostro senso primario, la vista.

Attraverso la bellezza “sensibile”, l’anima fa esperienza del mondo ideale e il Bello risveglia il desiderio di farvi ritorno.

Potrei continuare con un lungo elenco di grandi Uomini dove il Bello aveva pensieri diversi, come Aristotele affermava che un oggetto è bello, lo è in virtù delle proporzioni delle parti. Questo consente ai nostri sensi di percepirlo nel suo insieme e per procurarci diletto deve essere adeguato alla capacità dei sensi per coglierlo con la vista.

Secoli sono passati e “tanta acqua sotto i ponti”, ma facendo un volo pindarico ai nostri giorni, si ha sempre più la sensazione che non solo siano mutati gli stili di rappresentazione del Bello, ma che in esso non risieda più il gusto, l’armonia, la grazia, anzi, estremizzando, che quanto più esso sia disarmonico, provocatorio, tanto più sia diventato apprezzabile. 

E, al di là del piacere che pure la disarmonia può procurare, oggi si ha sempre più la sensazione di aver fatto l’abitudine a tutto, che nulla più ci faccia rimanere con gli occhi sbarrati di stupore. 

Abbiamo perso, e dovremmo cercare di recuperare, la capacità che hanno i bambini di lasciarsi sorprendere da tutto quello che non conoscono, che immediatamente percepiscono nella bellezza e che vedono per la prima volta. 

Dovremmo cercare di reimparare a godere delle piccole, ma immense cose che ci circondano o che ci capitano nella vita, perché è lì il senso della nostra vita. Il cielo stellato sopra di noi, nelle  persone che amiamo o che ammiriamo, fermiamoci a guardarli ma solo loro, guardiamo la persona che ci sta a fianco, anche se non la conosciamo, guardiamola e sono sicura che nei suoi occhi troverai la bellezza della sua Anima. 

Caro essere di Luce, lascia entrare il faro dentro te e sarai inebriato dalla Bellezza perchè con essa potrai vedere la tua vita in modo completamente diverso.

Lasciati prendere per mano dai Gioielli Seraphic, indossali e sentirai il Bello dentro e fuori di te perchè non sono semplici gioielli, perchè sanno toccare la tua Anima, se tu lo vorrai.

Un ringraziamento particolare al Dr. Montanari che mi ha ridato l’energia per affrontare le difficoltà e ha saputo far muovere nelle persone, il Bello.

 

Un abbraccio di Luce

 

Saphira