LA CURIOSITA’ DOLORE E CRESCITA

Quante volte hai detto a tuo figlio di non fare quella cosa? 

Quante volte per il suo bene, con tutta la pazienza possibile e immaginabile, hai cercato di spiegare che quella cosa sarebbe stata pericolosa per lei?

Lo hai ripetuto un’infinità di volte, spiegato in mille modi ma nulla da fare, i nostri figli vogliono metterci il naso e pagarne le conseguenze. Questa è la loro esperienza di vita e non non possiamo fare nulla per evitargli le sofferenze. 

Ciao caro lettore l’altra settimana ti ho raccontato di come un mio momento di distrazione avrebbe potuto causare una grave lesione a mia figlia Chiara ( se non lo hai letto clicca qui). Oggi ti voglio raccontare di come Marta ha voluto farsi male anche se io ho fatto di tutto per evitarlo….

Il periodo di depressione era passato, se vuoi leggere il racconto clicca qui, e Marta era una bambina di un anno che camminava come uno gnomo spedito. Sapeva già parlare e i libri erano diventati i suoi giochi preferiti. La sua curiosità era così grande che per ogni cosa chiedeva spiegazioni e noi eravamo pronti a colmare ogni suo dubbio. 

Ora Marta studia medicina proiettata verso la chirurgia robotica. 

Ero felice di vederla così, colmava l’aria con la sua energia e tutto era frizzante…I suoi sorrisi erano sempre pronti per essere donati e ancora oggi le mie figlie trasmettono la loro positività a tutti in modo indistinto.

Era l’inverno del 1998,  anni fa erano molto freddi e il termometro scendeva spesso sotto i meno dieci gradi. La stufa a legna era la nostra fonte di calore con le stufette in bagno e nella camera. Il fuoco ardeva vivace e il grande vetro lasciava che i nostri occhi si ipnotizzavano ad esso come il calore che emanava. Il vetro era bollente e nonostante la protezione restavamo sempre a distanza, Marta guardava con i suoi grandi occhioni il danzare delle fiamme.

Poi improvvisamente si girò e guardò la lampada posta sul tavolino, qualcosa le scattò nei pensieri. Si diresse a gran velocità verso la lampada e io con uno scatto la fermai. 

Mi guardò e con la manina chiedeva perché non poteva toccare quella bellissima cosa a forma di palla che illuminava la stanza. Spiegai in tutti i modi possibili ed immaginabili che la lampadina scottava e che si sarebbe fatta male. Gli avvicinai anche il ditino per farle sentire il calore ma nulla, lei voleva toccarla. Credo che la differenza di temperatura tra il fuoco e la lampadina avesse stuzzicato  la curiosità e la voglia  di toccarla, infatti mi chiese di toccare il vetro del camino, ma ovviamente il calore era troppo! 

Andammo  avanti per circa un’ora, tra allontanamenti e bottarelle sulle manine per farla desistere nel toccare quella lampadina ma nulla lei doveva sapere… 

Ero esausta e mi rilassai un attimo, senti la vocina del mio Angelo (che allora non sapevo fosse lui),  e mi disse di lasciarla andare, di non combattere più contro il suo volere e così feci…

Marta si avvicinò con molta attenzione e allungò il ditino. Sentiva il calore ma non si fermò e quasi con coscienza la toccò. L’urlo di dolore riempì la stanza e i lacrimoni scesero dalle sue grandi guance… Un grande senso di colpa mi strinse il cuore. Avrei potuto evitare quel dolore, ne ero e ne sono consapevole ma quella lezione di vita la cambiò, cambiò le sue scelte e il suo volere.

I giorni seguenti Marta metteva in mostra il suo ditino fasciato come se fosse un trofeo e con le sue parole e versetti spiegava a tutti  l’accaduto come una piccola maestrina.

Il compito di mamma è la cosa più difficile di questo mondo. Crescere un figlio e cercare di accompagnarlo verso l’indipendenza, non  solo economica, ma anche di carattere, è una missione che solo con  l’amore si può fare. 

Da quando sono nate le mie figlie, chiedo sempre la loro protezione, e, come ogni madre vorrebbe, cerco di evitargli  le sofferenze che la vita presenta. 

Caro lettore, che tua sia madre, padre, o che tu abbia deciso di accudire un’anima, ti chiedo di avere fiducia nell’Universo. Siamo assistiti in ogni momento, dipende solo da te se accettare o no il suo aiuto.

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Un abbraccio di Luce.

Saphira