Ciao,
nell’articolo precedente ti ho raccontato brevemente la persona che sono, (se non l’hai ancora letto clicca qui per non perdertelo) oggi però, prima di scendere nelle tecnicità appartenenti ai gioielli, voglio raccontarti la storia del mio alias…
Hai mai assistito ad una coincidenza che ti ha lasciato perplesso?
Ti sei mai chiesto perché alcune cose accadono esattamente nel momento giusto?
Io ho risposto si ad entrambe le domande e ho capito che l’universo ha già pensato a tutto!
Qualche mese fa conobbi Guglielmo, un appassionato di moto come me e dopo esserci incontrati un po’ di volte nella gelateria dove lavoravo, organizziamo un giro in moto.
Da quando mamma iniziò questo progetto presi l’abitudine di portare con me il ciondolo Sator prima di partire con la mia honda 500, all’inizio solo per assecondare quelle che erano le sue convinzioni e successivamente perché quando non lo tenevo vicino mi sentivo meno sicura della mia capacità alla guida, come se mancassi di protezione.
( clicca qui per vedere il ciondolo Sator)
Salii in sella alla mia Honda bianca e nera con le rifiniture gialle, misi la giacca degli stessi colori, e andammo a fare un giro.
Ci incamminammo verso la Val Tartano, una vallata poco distante da Sondrio.
La strada a curve ci condusse verso un ponte tibetano sospeso a 140 metri che collega i due versanti della valle ( per conoscere il ponte nel cielo clicca qui)
L’autunno era alle porte e le foglie iniziavano ad ingiallire portando nell’aria un’atmosfera ricca di sensazioni positive, insieme ad un altro motociclista ci facemmo trasportare dall’aria che iniziava a diventare frizzantina in questa magica valle.
Il giorno seguente incontrai Guglielmo, il giro in moto aiutò a togliere l’imbarazzo del primo caffè insieme e tra una chiacchiera e l’altra mi disse che in sella alla mia moto assomigliavo a Uma Thurman nel film Kill Bill di Quentin tarantino, dove lei recita la parte di una donna forte e determinata.
In questo film guida una moto gialla con indosso una tuta dello stesso colore così da quel giorno iniziò a chiamarmi Uma.
A distanza di poco tempo mi misi a cercare un alias per questo blog, un nome che potesse rappresentare a pieno la persona che sono e tra tanti uscì Uma:
“divinità hindu che rappresenta la conoscenza, portatrice di luce”.
Non mi reputo un pozzo di sapienza e fortunatamente non splendo come un lampadario nel centro del salone ma rimasi stupefatta dalla coincidenza di aver trovato quel nome in mezzo a tanti altri e come diceva il buon Albert “le coincidenze sono il modo di dio per rendersi anonimo”…
Decisi di seguire i consigli dell’universo perché nulla succede per caso, e alla fine Uma fù.
Grazie per avermi seguito fino alla fine, approfitto per dirti che dalla prossima settimana inizieremo insieme il viaggio alla scoperta della luce!
Non vedo l’ora di iniziare con te questo cammino verso la conoscenza,
un abbraccio,
Uma