IO CE L’HO FATTA E NON MI ARRENDO

Tutto sembra perfetto, tanto da poter percepire l’armonia in ogni momento della giornata e speri che la vita prosegua sempre così. Ma non appena lo realizzi, l’Universo ti fa uno sgambetto e le conseguenze da pagare forgiano la tua anima nel profondo, come nell’ultimo articolo che ho scritto (se non l’hai letto clicca qui).

 

Era un momento bellissimo della mia vita, il lavoro andava a gonfie vele e senza troppi intoppi, la gioia di vivere in serenità si leggeva sul nostro viso, apprezzato anche dai clienti che ogni giorno ci facevano visita al ristorante.

Il mio pancione ormai era la parte più evidente del mio corpo, prima arrivava lui e poi io. Ero e mi sentivo enorme, essendo al settimo mese di gravidanza avevo superato il peso consentito dal ginecologo ma ormai non me ne preoccupavo più. Avevo passato cinque mesi a letto per il rischio del distaccamento della placenta e ora che tutto andava benissimo e la mia bambina era saldamente attaccata a me nulla ci avrebbe fermato, la nostra unione era l’amore più grande che esistesse al mondo. Il mio corpo aveva cambiato odore, il profumo della mia pelle era totalmente diverso, sembrava il  profumo di un fiore, era buonissimo.

Sentivo la sua forza dentro me con quei movimenti sempre un po’ agitati e decisi, che mi fecero intuire sarebbe stata una bimba dal carattere forte. Noi mamme sentiamo nel profondo molte cose prima che i nostri figli vengano al mondo. I mesi passati a letto mi avevano isolata nel mio mondo, eravamo in due a combattere la prima battaglia verso la vita e per questo decisi di affidare il mio piccolo cagnolino Leone alle cure di mia sorella, che se ne sarebbe occupata con tutto l’amore possibile. 

 

Quel giorno ero particolarmente euforica e salii le scale con una certa elasticità per andare a salutare i miei genitori: passammo un bel pomeriggio, parlando principalmente del grande dono che stava per arrivare. Era ormai tardi ed era giunto il momento di andare, così salutai tutti e Leone, il mio piccolo cagnolino meticcio, che mi guardava in attesa del bacio affettuoso che ero solita dargli. Mi abbassai per prenderlo ma quando avvicinai il mio viso lui mi morse la guancia con una tale ira che pur tirandomi indietro non riuscii a fargli lasciare la presa. Il dolore fu lancinante e quel momento infinito, sembrava volesse staccarmi la pelle della guancia con i suoi denti aguzzi.

Le urla fecero accorrere i miei genitori che, guardando la scena, rimasero scioccati, senza poter far nulla. Finalmente il cane mollò la presa e io lo allontanai con tutta la rabbia mista a paura che aveva appena stravolto la mia anima! 

 

Non percepivo più la parte sinistra del viso, mi sentivo come se mi avesse strappato tutto il volto, il dolore era così intenso che sentii di svenire, poi toccai la mia bimba e mi feci forza. Il sangue mi colava dal viso e tra le urla di tutti mi feci accompagnare in bagno, dovevo vedere! 

Mi guardai allo specchio e con grande sollievo vidi che la carne era al suo posto ma tutta la parte sinistra era violacea con dei buchi profondi, con il sangue che rigava il mio viso.

 

Non potevo crollare in quel momento, parlai alla mia bambina e le dissi che ce l’avremmo fatta anche questa volta, dovevamo stare calme, la mamma era li con lei per proteggerla… non avrei mai permesso che le accadesse qualcosa. Il mio cuore iniziò a rallentare e quando arrivò l’ambulanza cercai di tranquillizzarmi, anche se mi era davvero difficile, perchè la paura aveva fatto scatenare una serie di contrazioni che aumentarono il mio dolore.

 

Fu necessario il ricovero e si ripresentò nuovamente il rischio di aborto o di parto prematuro.

Ero al settimo mese, non potevo credere che avremmo dovuto affrontare un’altro grave momento, ma ero pronta anche a quello, certa che il nostro amore immenso ci avrebbe dato la forza per affrontare un’altra sfida. Ricordo perfettamente gli aghi nella carne mentre mi inserivano i punti, il filo che tiravano piano e ogni movimento del dottore che non provocava altro che dolore; cercavo di soffocare le urla nel mio petto, su quel lettino di ospedale con la mia bambina che aveva smesso di muoversi da molte ore.

 

I controlli proseguirono per tutto il giorno fino a sera tardi, io ero spossata e dolorante ma Lei stava bene, si era spaventata ma durante la sera riprese a muoversi, finalmente! Restammo in ospedale una decina di giorni, i punti sul mio viso  erano davvero tanti e due righe nere avevano sfigurato la guancia. Potevo convivere con quel peso, non me ne sarebbe importato, avrei attraversato il fuoco per Lei e anche quell’evento sarebbe passato. L’odio che provavo per quel cane era infinito, non era più il mio cane e non avrei più pronunciato il suo nome: la sua esistenza non aveva più valore per me, anche se decisi di non sopprimerlo, sapendo che l’Universo avrebbe fatto il suo volere.

 

Marta è nata il 30 Novembre 1997, oggi è una donna di 24 anni, studentessa di medicina dal carattere forte e tenace – insomma, tutta pepe – con tanta voglia di urlare al mondo: “Io ce l’ho fatta e non mi arrendo”.

Quando tutto sembra andare per il verso giusto, un evento grave ci mette di fronte a pesanti ostacoli da superare: non abbiamo la soluzione, perché non sappiamo mai cosa può accadere, ma abbiamo il modo di superare tutto, c’è sempre un modo.

La soluzione è già scritta, già pronta, chiara e limpida quando la trovi dentro te stesso. La forza è dentro di te nella tua ANIMA, potente e sempre presente, così come l’amore che riempie il tuo cuore, prima per te stesso e poi per i tuoi cari. 

Cerca di stare centrato, fatti guidare da questo aiuto , tenendolo sempre con te saprai affrontare al meglio i giorni futuri.

 

30 Novembre 2021

Correzioni e proofreading

Angela Baldelli