Hai presente quando sei in acqua e il salvagente ti dà sicurezza? Quello è proprio il momento in cui può costarti la vita.
Il salvagente, trappola mortale. Come?
Continua a leggere e lo scoprirai.
Era l’ anno 1979 avevo solo 6 anni.L’estate è meravigliosa e quando eravamo piccoli mio padre ci portava sempre al lago del Segrino perché era un luogo dove si poteva stare tranquilli. Il lago aveva poca pendenza e potevamo restare per ore a mollo senza percepire il caldo e senza nessun pericolo, così pensavano i miei genitori.
Il cappellino bianco mi copriva dal forte sole e noi eravamo i bambini più felici di questa terra.
Ricordo i secchielli, l’acqua limpida e i sassolini che usavamo per giocare. Finalmente era giunto il momento del vero bagno, dove potevamo allontanarci un pochino di più dalla riva e immergerci completamente nell’acqua.
I miei genitori ci raccontano che eravamo sempre agitati, che non stavamo mai fermi e che avevamo una voglia matta di scoprire e di fare una moltitudine di esperienze, come la maggior parte dei bambini attivi.
Appena messo il salvagente, ricordo che iniziai a sbattere le gambine, volevo fingere di essere un motoscafo, per andare veloce e prendere mia sorella che fuggiva nell’acqua.
I miei genitori erano sdraiati sulla spiaggia a riposare e io con la manina li salutavo e li chiamavo per cercare di attirare la loro attenzione.
Ma mi agitai così tanto che la spinta delle gambe finii per spostarmi il busto in avanti, così tanto che il salvagente si capovolse sotto sopra, facendo finire la mia testolina in acqua.
Non riuscivo più a risalire in superficie, ero incastrata con le gambe all’aria e la testa nel lago: una grande quantità di acqua mi aveva riempito bocca e polmoni, stavo annegando e non c’era nulla che potessi fare.
Mi sentii afferrare le caviglie e percepii che una grande forza mi stava tirando verso l’alto, capovolgendomi. Finalmente ero fuori dall’acqua e potevo tornare a respirare, nonostante la forte tosse,necessaria per liberarmi i polmoni: mi sentivo già felice.
Le coccole di mia madre e un gran panino con la cioccolata mi fecero dimenticare subito la paura provata in quel momento.
Possiamo dire con certezza che quell’esperienza fu solo la prima di una lunga serie, che diede il via alla mia vita di miracolata.
Abbiamo una missione da compiere e anche tu, caro lettore, hai la tua. Non sai ancora quale? Lo capisco perfettamente, e proprio per questo ti consiglio di affidarti a Lui, al tuo Angelo, e più lo farai, prima troverai la tua pace e il tuo cammino.
Lasciati Aiutare dalle energie che infondiamo e porta sempre con te il tuo scudo, per poter affrontare tutti giorni di questa meravigliosa e immensa Vita.
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Ci leggiamo venerdì prossimo e attendo un tuo pensiero se hai avuto esperienze simili. Un abbraccio di Luce.
Saphira
Correzioni e proofreading
Angela Baldelli