HERMOSO, NON SERVIVA IL BASTONE!

Ti è mai successo di voler imporre la forza su un animale per poterti salvare la vita? Ti sei mai sentito assalito dalla paura? Hai mai visto la morte in faccia? 

Sembrano frasi uscite da un film, eppure io le ho provate davvero, a causa della relazione con un cavallo meraviglioso, lo dico ancora oggi con tutta la mia ammirazione. Tempo fa però non la pensavo così: in alcuni momenti avrei voluto eliminarlo dalla mia vita, ma poi tutto tornava ad essere calmo e le nostre energie si scaricavano.

Hermoso, un Andaluso tutto muscoli e con un collo così largo che, nel cercare di stringerlo, non riuscivo neppure a toccarmi il braccio; era un esemplare affascinate e possente, la sua falcata era decisa e nello stesso tempo gentile. Avevo imparato a farlo danzare e la sua sensibilità  in bocca era tale che potevo stare leggera con i comandi delle redini. Amavo stare con lui e gli allenamenti per fargli fare l’inchino erano diventati la nostra routine. Lo accudivo sempre con tanto con amore ed essendo appena arrivato non volevo forzarlo nel lavoro in piano, ovvero quello in campo, così giocavamo piacevolmente. Il tempo passava ed arrivò il momento di capire quale reazione avrebbe avuto per il lavoro duro, quello del dressage. 

Era un caldo pomeriggio di primavera, la giacchetta leggera sopra la polo dava quasi fastidio. Hermoso si faceva vestire sempre senza problemi, non gli dava fastidio nulla, era un bel maschione castrato con un carattere deciso.

Il lavoro in piano sembrava piacergli, non ci fu nessuna resistenza: trotto, galoppino, galoppo, barriere a terra, diagonali, mano destra e sinistra, e via così con altri esercizi. Ormai era passata la nostra ora e mezza e tra poco saremmo dovuti rientrare. 

Mancava poco alla fine dalla nostra uscita, quindi decisi di galoppare per sentire quel fantastico senso di libertà: anche se eravamo dentro un recinto, il galoppo libera l’anima da tutti i pesi.

Hermoso era caldo e sudato, sembrava stanco ma era l’ultimo giro e poi saremmo entrati. Lo scatto che fece verso il cancello d’uscita mi prese alla sprovvista e scalciò talmente forte che quasi mi fece cadere. Il mio amato cavallo si era lanciato a tutta velocità verso quella direzione, perciò io tirai le redini e lo strattonai più volte ma non ci fu nulla da fare, la sua lingua aveva puntato sull’imboccatura e qualunque mia azione fu indolore per lui. Non potevo più controllarlo. Continuò a scalciare per disarcionarmi e ci riuscì. Capii cosa stava succedendo e percepii immediatamente ciò che lui voleva fare; mi arresi all’impotenza e cercai di mettere le mani in avanti prima di cadere a terra. Ero illesa: quando mi alzai, guardai Hermoso davanti a me e mi accorsi che mi stava guardando dritta negli occhi!

Quello era stato il gesto più traditore che un cavallo potesse fare al suo cavaliere. I giorni seguenti, essere disarcionati era diventata un’abitudine e la rabbia che provavo, mista alla paura, era diventata una compagnia che non volevo avere. Ero così arrabbiata che iniziai a punire Hermoso, prima con il frustino e poi con il bastone: io contro di lui, la sua forza contro la mia. Secondo voi chi aveva la meglio? Lui, è chiaro!

Un giorno, per poco non mi scaraventò sulla staccionata: se l’avessi presa mi sarei fatta seriamente del male, ero una mamma e le mie bambine erano piccole, non potevo permettere che accadesse, per loro e per me.

Il tempo passava e la paura di cavalcarlo aumentava. Non volevo più capirlo, ero amareggiata, arrabbiata e impaurita: non lo volevo più. Cessarono le botte e cessarono anche le cavalcate. 

Hermoso aveva vinto, mi arresi a tutto quel malessere che mi stava facendo provare. Allora non capii che anche lui stesse soffrendo, ero inesperta e non sentivo come sono in grado di fare ora, sapevo solo che la voce dentro di me mi diceva di lasciarlo andare e di porre fine alle mie sofferenze.

Il mio Angelo mi aveva parlato, mi aveva salvato ancora una volta. 

Guardai Hermoso negli occhi e quella fu l’ultima volta che lo vidi.

Subito dopo lo vendetti ad un agriturismo in Valtellina, dove non venne più cavalcato ma dove i suoi inchini ebbero un grande successo, credo che lui ne fosse felice.

Quanti di noi non sentono più nulla? I giorni gli scorrono davanti agli occhi e non si rendono conto di quello che accade intorno a loro. Vivere senza sentire è come essere seduti al cinema con gli occhi chiusi e i tappi nelle orecchie. Non fare il mio stesso errore!

Apriti a ciò che stai vivendo, a ciò che l’Universo mette sul tuo cammino. Sentilo, il tuo Angelo  è accanto a te, vivilo ogni giorno con l’emozione diretta della tua Anima.

Riempiti i polmoni dell’aria che nutre i tuoi sensi, indossa l’energia e lascia che la vità generi l’Unione dell’Anima con il tuo essere. 

In aggiunta, ti lascio il link per scaricare gratuitamente la guida al gioiello del mese di Marzo al suo interno troverai anche un piccolo regalo a te dedicato, utilizzabile fino alla fine di marzo scarica guida

Ti aspetto venerdì prossimo dove ti racconterò di un’altro evento accaduto con un bellissimo cavallo Olandese, Ivaria, il mio fedele cavallo, e anche il quel momento non era giunta la mia ora.

Un abbraccio…

Saphira.

 

Correzioni e proofreading

Angela Baldelli